Pedagogia

Gioco libero e manipolazione

Manuela

Il gioco è la naturale forma di espressione e di conoscenza dei bambini. Giocando , soprattutto se lasciati liberi di esprimere la propria individualità,i bambini possono ricreare situazioni della quotidianità a cui dare significato, imparare a relazionarsi con gli altri e arricchire il proprio patrimonio di conoscenze ed esperienze.

Il gioco ha una funzione prioritaria nello sviluppo del bambino ed è un’attività molto seria. Può essere paragonato all’adulto che fa il proprio lavoro con passione e che proprio per questo si reca con piacere sul luogo della propria attività lavorativa. Tutta l’esperienza del bambino passa attraverso la manipolazione e il movimento: le mani del bambino esplorano in continuazione. Maggiori saranno le possibilità di toccare, afferrare, succhiare, aprire, smontare,maggiori saranno le possibilità di conoscenza.

Per i bambini tutto può diventare materiale manipolativo: cibo, oggetti, acqua, terra, sabbia, ecc. Più gli oggetti saranno vari, maggiore sarà la possibilità per il bambino di esplorare i propri sensi. Il gioco di manipolazione può essere considerato gioco libero quando al bambino non viene imposto nessun obiettivo da raggiungere, ma semplicemente si cerca di stabilire una relazione tra bambino e oggetto.

Secondo Rudolf Steiner, durante il gioco il bambino riesce ad allenare il cervello, proprio come fosse un muscolo.

Per questo motivo il gioco libero è qualcosa di estremamente serio per il bambino e la sua dedizione a questa attività diventerà la sua capacità di impegno nel lavoro, una volta diventato adulto.

Il bambino vive il mondo in una sfera magica e incantata, si muove nello spazio liberamente, lo esplora e lo conquista diventandone gradatamente il creatore;

Una delle caratteristiche descrittive del gioco è la priorità dei mezzi sul fine. In altre parole, il procedimento è più importante del risultato. Come afferma Bruner: “Liberato dalla tirannia di un fine cui attenersi strettamente, colui che gioca può di volta in volta sostituire, elaborare, inventare”. L’attività ludica è fine a se stessa e indipendente dal suo esito e, in ragione della sua indipendenza dal risultato, mette al riparo il bambino da ogni frustrazione.

Nella pedagogia Montessori l’adulto prepara l’attività e dopo aver mostrato come deve essere svolta resta prevalentemente in osservazione.

Secondo Vygotskij, pedagogista russo dello scorso secolo, elevare la complessità compositiva intervenendo e partecipando al gioco (soppratutto in fase iniziale) permette al bambino di beneficiare della zona di sviluppo prossimale, che è per definizione la distanza tra ciò che un bambino può fare da solo e ciò che può raggiungere con il supporto di un adulto o di un coetaneo più competente. Questa zona si situa in un punto intermedio tra le capacità attuali del bambino e il suo potenziale di sviluppo.

Il bambino, grazie all’interazione con l’adulto, consolida le abilità e gli schemi cognitivi che già possiede e inizia ad apprendere diversi modi di giocare, modi più complessi che lo porteranno man mano a mettere in atto autonomamente giochi di livello cognitivo più alti a cui da solo non sarebbe potuto arrivare.


Leave a comment

Loading...

Carrello

Il Carrello è vuoto

Vai al carrello