Pedagogia

Il mio bambino non dorme più 

Manuela

Capita spessissimo di incontrare mamme esauste per i continui risvegli del proprio piccolo. Tra i sei e i sette mesi, questi risvegli non sono causati solamente dai cambiamenti fisici e ambientali a cui il bambino va incontro, ma anche, e aggiungerei a volte soprattutto, da un processo importantissimo per lo sviluppo del bambino: il proprio processo di individuazione.

Il processo di individuazione

In questa fase, il bambino inizia a sentirsi psicologicamente separato dalla figura materna, fino ad allora vissuta come un tutt’uno con se stesso (fase simbiotica). Si tratta di una fase che non ha nulla di patologico o anormale; è anzi normale, utile e necessaria per il corretto sviluppo psicologico del bambino. A questa età, il bambino inizia ad esplorare il mondo che lo circonda ed a aprirsi all’esterno, ma ha anche paura. Proprio perché, se fino ad allora era un tutt’uno con la mamma, ora pensa di essere “da solo” alle prese con qualcosa che gli sembra sì interessante, ma anche inquietante: il bambino sperimenta la cosiddetta ansia da separazione legata alla paura dell’abbandono.

Gestione dei risvegli notturni

In questo periodo, può capitare che al momento dell’addormentamento il bambino, seppur assonnato, sembri rifiutarsi di prendere sonno. Oppure, durante il sonno, possono manifestarsi frequenti risvegli accompagnati anche da pianto. Nel caso specifico del sonno, per il bimbo chiudere gli occhi equivale a non vedere più la mamma e, non vedendola, per lui la mamma non c’è più. Egli non ha ancora “capito” che anche se non vede la mamma, questa c’è ugualmente e non l’ha abbandonato. Si tratta di un vissuto complesso e non così lineare e consapevole.

Rassicurare il bambino

Non esistono soluzioni magiche, bisogna lasciare al bambino il tempo per superare le sue paure: pretendere di trovare una soluzione immediata vuol dire perdere di vista lo sviluppo del bambino che è lento e graduale. Può essere di sostegno pensare che si tratta di un periodo importantissimo per il bambino, che va rassicurato e sostenuto da entrambi i genitori.

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