Il cestino dei tesori viene erroneamente attribuito a Maria Montessori, ma in realtà è stato ideato dalla psicopedagogista Elinor Goldschmied per rispondere ai bisogni di esplorazione dei bambini.
L’attività consiste nel far giocare i piccoli “senza giochi” e viene proposta ai bambini in quel periodo di vita in cui sono in grado di star seduti, ma ben prima che inizino a gattonare.
Il momento in cui il piccolo inizia a star seduto da solo, infatti, apre in lui nuovi orizzonti: la sua prospettiva sul mondo cambia, così come le sue possibilità di agire all’interno di esso mettendo alla prova il proprio corpo e le proprie competenze; ora non ha più bisogno di servirsi delle mani per mantenere l’equilibrio o la posizione, esse sono libere e si dirigono verso gli oggetti vicini per testarli.
Per preparare un Cesto dei tesori fai da te è necessario, innanzitutto, scegliere in maniera accurata il cestino, dettaglio fondamentale affinché l’esperienza di fruizione possa essere davvero appagante per il bambino.
La stessa Goldschmied offre indicazioni ben precise su come scegliere il cesto:
deve essere robusto;
composto da materiali naturali (ad esempio vimini);
avere un diametro non inferiore a 35 cm ed un’altezza compresa tra i 10 e i 12,5 cm.
Se possibile, meglio evitare i manici, la cui presenza rischia di ostacolare i movimenti del bambino ed i suoi tentativi di afferrare gli oggetti all’interno del cesto.
Lo scopo del “cestino dei tesori” è quello di offrire la massima varietà di stimoli ai cinque sensi attraverso l’esplorazione.
La Cesta non contiene giocattoli e gran parte degli oggetti sono reperibili negli ambienti di casa o in natura. Scopo dell’adulto sarà quello di creare una raccolta di oggetti del Cestino dei tesori in grado di offrire un’ampia varietà di sensazioni e di stimolazioni attraverso le mani, il naso, gli occhi, le orecchie e la bocca.
I bambini saranno liberi di guardare, toccare, scuotere, battere, leccare gli oggetti, annusare, ma soprattutto si nota come inizieranno a selezionarne alcuni e scartarne altri, e come molto probabilmente torneranno sul loro oggetto preferito, ciò stimolerà lo sviluppo della capacità di scegliere e di prendere decisioni.
Molto interessanti sono gli oggetti naturali (ad esempio conchiglie, piume, ciottoli, frutti, o anche gli oggetti in legno) e in metallo (chiavi, mestoli, portauova, ciotoline, cucchiaini, fruste da cucina, coperchi, catenelle eccetera).
Altri oggetti comuni molto apprezzati sono:
All’inizio sarà bene offrire un numero limitato di oggetti (10-15 al massimo), mentre col tempo si potrà incrementare l’offerta, rendendo così la proposta sempre nuova ed interessante.
È comunque bene sottolineare che gli oggetti inseriti all’interno del Cestino dei tesori richiedono cura, igiene e manutenzione.
La proposta del Cesto dei tesori nasce, per rispondere in maniera appropriata ai bisogni autentici di scoperta ed esplorazione dei bambini.
Attraverso l’osservazione diretta e sistematica dei bambini piccoli, Elinor Goldschmied comprese l’interesse primario di questi verso gli oggetti della vita di tutti i giorni. I tesori sono infatti oggetti semplici, già presenti in casa, che una volta inseriti nel cesto diventano preziosi e affascinanti agli occhi dei piccoli per un semplice motivo: fino a quel momento erano appannaggio dei soli adulti.
Scopo dell’adulto sarà quello di creare una raccolta di oggetti del Cestino dei tesori in grado di offrire un’ampia varietà di sensazioni e stimolazioni attraverso le mani, il naso, gli occhi, le orecchie e la bocca.
È comunque bene sottolineare che gli oggetti inseriti all’interno del Cestino dei tesori richiedono cura, igiene e manutenzione:
Oltre ad essere una straordinaria risorsa per l’educazione sensoriale, il Cestino dei tesori supporta lo sviluppo della concentrazione, dell’immaginazione, della creatività e dell’attività autonoma infantile.
Ciò è possibile grazie al particolare ruolo attribuito da Elinor Goldschmied all’adulto, che dovrà rinunciare alla classica funzione di “intrattenitore” e limitarsi ad osservare.
L’adulto potrà sedersi vicino al bambino, senza intervenire o parlare, a meno che non sia il piccolo stesso a richiedere la sua partecipazione: in questo modo si garantisce la presenza amorevole necessaria affinché il bambino possa giocare ed esplorare in sicurezza, ma si evita di interrompere il flusso delle sue scoperte con commenti, azioni o suggerimenti che potrebbero disturbare la sua concentrazione.
Fondamentale risulterà comunque una funzione di attenta supervisione: per quanto gli oggetti possano essere sicuri è bene che l’attività del bambino venga vigilata e che l’adulto sia pronto ad intervenire in caso di utilizzo improprio o pericoloso.