Il 21 settembre si celebra la Giornata Mondiale della Gratitudine, ideata nel 1965 dal filosofo e maestro di meditazione Sri Chinmoy alle Hawaii. Tuttavia, fu solo nel 1977 che la Giornata Mondiale della Gratitudine venne celebrata ufficialmente per la prima volta presso la sede del gruppo di Meditazione delle Nazioni Unite a New York.
Insegnare la gratitudine ai bambini è un processo graduale e va ben oltre l’abitudine di rispondere con un semplice “grazie”. Trasmettere e infondere il senso di gratitudine non significa semplicemente insegnare le buone maniere. Il ringraziamento non dovrebbe diventare qualcosa di meccanico, che i bambini ripetono automaticamente quando ricevono qualcosa; sebbene all’inizio possa sembrare solo una parola, è importante che ne comprendano il vero significato.
L’abitudine di dire “grazie”, con il tempo, li aiuterà a riflettere sui motivi per cui si sentono grati. La gratitudine è un valore che aiuta i bambini a riconoscere ciò che gli altri fanno per loro. Questo è essenziale per farli sentire amati, compresi, felici e per sostenerli nelle loro interazioni sociali.
I genitori e le altre figure adulte di riferimento sono i primi modelli per i bambini. Se vedono i genitori comportarsi con generosità, apprezzare le piccole cose belle della vita e divertirsi, tenderanno a seguire il loro esempio. Al contrario, se vedono che i genitori e gli adulti protestano continuamente, si comportano in modo maleducato e non sono mai soddisfatti di nulla, sarà molto più difficile che comprendano cosa significhi essere e sentirsi grati.